Assoluzione per Igienista dentale accusato di esercizio abusivo per aver svolto la propria attività in assenza dell’Odontoiatra.
Con sentenza pronunciata il 24 novembre 2022 e depositata il 13 giugno 2023, il Tribunale penale di Messina ha assolto “perché il fatto non sussiste” un Igienista dentale dall’accusa del reato di esercizio abusivo della professione odontoiatrica, per aver svolto la propria attività senza la compresenza di un medico Odontoiatra.
Il Tribunale di Messina con tale pronuncia, definitiva dal 5 settembre 2023 in quanto non appellata dalla Procura della Repubblica, ha stabilito che gli Igienisti dentali possono esercitare la loro attività in piena autonomia e con correlativa assunzione di responsabilità, anche in assenza di un Odontoiatra, come già ribadito dalla stessa Commissione di albo nazionale degli Igienisti dentali nell’ambito del proprio documento di posizionamento.
Tale decisione respinge definitivamente la tesi accusatoria, basata su un presunto rischio per la salute degli assistiti, connesso all’assenza di uno specialista in odontoiatria durante le procedure eseguite dall’Igienista dentale. I Giudici di Messina hanno rigettato tale teoria, riconoscendo la competenza dell’Igienista dentale citato a giudizio a svolgere le prestazioni previste nel relativo profilo professionale, argomentando che le attività di igiene orale sono raccomandate dallo stesso Ministero della salute per la prevenzione della carie ed escludendo, quindi, qualsivoglia pericolo per la salute dei cittadini assistiti.
La motivazione del provvedimento assolutorio è perfettamente coerente con il quadro normativo di disciplina delle professioni sanitarie, che si caratterizza per il riconoscimento dell’autonomia di ogni operatore e per l’abbandono di ogni pregressa “gerarchia” tra professioni “primarie” e “ancillari”.
Questo pronunciamento costituisce un importante, argomentato e puntuale avallo della posizione assunta dalla Federazione nazionale sull’autonomia di tutte le professioni sanitarie.
In conclusione, questa sentenza assume un ruolo di assoluto rilievo poiché non si limita all’analisi di quanto accaduto a Messina, ma estende il suo ragionamento all’intero quadro normativo che regola le professioni sanitarie.
Da questo quadro normativo, emerge una lettura coesa e in sintonia con i principi di competenza, autonomia e responsabilità sanciti sin dalla legge 42/1999 e successivamente confermati dalla legge 24/2017 e dalla legge 3/2018. Questa sentenza si colloca in armonia con il fondamentale principio costituzionale di tutela della salute, sottolineando l’importanza di garantire ai professionisti sanitari il giusto spazio per svolgere il loro ruolo in modo efficace e responsabile.