GIORNATA NAZIONALE TERAPISTA OCCUPAZIONALE
L’art.25 dello statuto AITO cita che “e’ istituita la giornata nazionale del Terapista occupazionale che si celebrerà il 24 maggio di ciascun anno”. Sono 8 i terapisti occupazionali in Sardegna, pochi, troppo pochi per rispondere al bisogno di salute, anzi, di benessere del singolo cittadino e dell’intera comunità. Il terapista occupazionale si occupa, per esempio, “delle limitazioni nello svolgere anche semplici azioni quotidiane” citate dal Ministro Speranza nella Giornata internazionale delle persone con disabilità, di ridurre l’impatto negativo del Long covid sulle attività significative nella giornata, di diminuire il livello di sostegno che i bambini con disabilità possono richiedere durante la scuola impegnandosi perché raggiungano il loro pieno potenziale (OMS 2011[1], 2020[2]), di assicurare, in ambito palliativo, il mantenimento del livello di abilità il più a lungo possibile e di contenere i disturbi comportamentali delle persone con demenza.
A cavallo dell’anno sono stati, finalmente, inseriti nel Servizio sanitario regionale i primi tre terapisti occupazionali, a tempo determinato. Il nostro augurio è che siano i primi di una lunga lista, una lista di terapisti occupazionali, abilitati, che possano contribuire, nei processi di prevenzione, cura e riabilitazione, in tutte le fasi del percorso, dall’esordio al rientro in comunità, all’interno dei team.
Già nei primi anni ‘90 gli studi (Stuck, 1993[3]) evidenziavano che nei pazienti che ricevevano una valutazione multidimensionale vi era una riduzione dell’ospedalizzazione, il miglioramento dello stato fisico e cognitivo, una ridotta istituzionalizzazione e una diminuzione della mortalità.
I risultati della survey presente nella tesi della Dott.ssa Mancini[4] riportano che su 88 dei professionisti sanitari intervistati il 67% riferisce che avere un terapista occupazionale in team può ritenersi utile nella loro realtà lavorativa per: avere un progetto condiviso con il paziente e supportarlo a livello volitivo, svolgere parte della riabilitazione cognitiva, nel training all’utilizzo delle abilità residue per una maggiore autonomia possibile, nell’espletamento delle varie attività di vita quotidiana come complemento della riabilitazione svolta dalle altre figure del team riabilitativo.
Gli intervistati, riferiscono che l’utilità della figura si esprime anche nel lavoro a domicilio della persona attraverso: l’addestramento di care-giver, suggerimenti per l’abbattimento e il superamento di barriere ambientali, nel far sentire il paziente parte attiva del suo contesto di vita, nel favorire la comunicazione con l’ambiente e nella prevenzione delle ricadute.
Inoltre, il terapista occupazionale interviene nella scelta degli ausili, su attività significative che non vengono prese in considerazione da altre figure e nella collaborazione in team. I partecipanti ritengono che il terapista occupazionale migliorerebbe il processo di recupero fornendo un servizio più efficace.
Nelle risposte al questionario viene evidenziato come questi compiti ricadano sulla figura del fisioterapista o dell’oss (operatore sociosanitario) essendoci una carenza di terapisti occupazionali.
I motivi che sono stati elencati sono in linea con il profilo del terapista occupazionale riportato nella Gazzetta ufficiale n.119/97, pubblicato proprio il 24 maggio. Il terapista occupazionale effettua una valutazione funzionale ed elabora la definizione del programma riabilitativo, volto all’individuazione ed al superamento dei bisogni del disabile ed al suo avviamento verso l’autonomia personale nell’ambiente di vita quotidiana e nel tessuto sociale; tratta condizioni fisiche, psichiche e psichiatriche, temporanee o permanenti, rivolgendosi a persone di tutte le età. Utilizza attività sia individuali che di gruppo, promuovendo il recupero e l’uso ottimale di funzioni finalizzate al reinserimento, all’adattamento e alla integrazione dell’individuo nel proprio ambiente personale, domestico e sociale; individua ed esalta gli aspetti motivazionali e le potenzialità di adattamento dell’individuo, proprie della specificità terapeutica occupazionale. Partecipa alla scelta e all’ideazione di ortesi congiuntamente o in alternativa a specifici ausili; propone, ove necessario, modifiche dell’ambiente di vita e promuove azioni educative verso il soggetto in trattamento, verso la famiglia e la collettività.
“Come la pandemia ha rafforzato l’identità professionale” è il titolo dell’evento in diretta FB (AITO – Associazione italiana terapisti occupazionali) che si terrà domenica 23, con protagonisti alcuni colleghi che hanno potuto dimostrare le proprio competenze in un reparto di lungodegenza, in terapia intensiva respiratoria, in RSA, al domicilio e con la teleriabilitazione. Parteciperà anche il Presidente Cdan TO Francesco Della Gatta.
[1] https://www.who.int/disabilities/world_report/2011/report.pdf
[2] https://www.euro.who.int/en/health-topics/Life-stages/disability-and-rehabilitation/news/news/2020/4/covid-19-exposes-the-critical-importance-of-patient-rehabilitation
[3] Stuck AE, Siu AL, Wieland GE, Adams J, Rubinstein LZ. (1993) – Comprehensive geriatric assessment. a meta-analysis of controlled trials. Lancet 1993;342:1032-6
[4] Mancini Giulia (2020), Indagine e analisi dell’intervento di riabilitazione nella Regione Sardegna: il ruolo della Terapia occupazionale – Tesi di Laurea