Articolo da QS : Si sono dimenticati l’Assistente sanitario
Riportiamo l’articolo apparso in data 05.05.2020 su Quotidiano Sanità rubrica Lettere al Direttore scritto dal Dott. Alessandro Macedonio Commissione Nazionale Formazione Continua FNO TSRM-PSTRP – Area Prevenzione . La CdA Assistenti Sanitari di Cagliari Oristano è in piena linea con quanto scritto dal Dott. Macedonio e ne condivide in toto i connotati.
05 MAG – Gentile Direttore,
in qualità di Rappresentante dell’Area della Prevenzione in seno alla Commissione Nazionale per la formazione continua in medicina Le rappresento la preoccupazione e il risentimento di molti colleghi Assistenti Sanitari, già impegnati sul campo nella fase 1 dell’emergenza Covid-19.
Come già più volte espresso dalla Federazione Nazionale Ordini dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione e dall’Associazione Nazionale Assistenti Sanitari (AsNAS), ribadisco la necessità di un coinvolgimento di tutte le professioni sanitarie nell’attuale emergenza sanitaria di gestione e contrasto al Covid-19 e in particolare dei professionisti della Prevenzione, tra cui l’Assistente sanitario.
Abbiamo assistito in queste settimane ad una serie di “chiamate”, ad opera del Dipartimento della Protezione Civile, soddisfatti della grande dedizione di tanti professionisti (medici, infermieri, OSS), auspichiamo ora un cambio di passo nell’avvio della Fase 2, con un occhio più attento alle azioni preventive da intraprendere e con i contributi di quelle professionalità dedite da sempre alla prevenzione delle malattie infettive, con il proprio bagaglio di conoscenza, esperienza e tecniche.
E’ ormai da troppi anni che la scarsa attenzione ai temi della prevenzione e promozione della salute hanno di fatto determinato una vera e propria svendita di una delle sue figure professionali centrali nella tutela della sanità pubblica.
Ciò ha senz’altro radici profonde, tanto per fare un esempio: c’era una volta la medicina scolastica. Un medico aveva in carico tre o quattro istituti scolastici e con l’assistente sanitario faceva una serie di screening (vista, udito, peso, altezza) in prima e terza elementare, valutava con gli insegnanti i possibili controlli presso la neuropsichiatria infantile o ad altri servizi del territorio.
Poi sono venuti i Consultori, i dipartimenti di prevenzione, i centri vaccinali e i servizi del territorio e anche in tale ambiti la figura professionale è stata defraudata delle proprie competenze a vantaggio di professioni formate per l’Assistenza e non per la Prevenzione, con una distribuzione geografica a macchia di leopardo, ma senz’altro carente in tutte le Regioni.
Ci troviamo, oggi, ad assistere passivi, ad una proposta di formazione a distanza (FAD), ad opera di una autorevole istituzione, quale l’Istituto Superiore di Sanità, che in tutta fretta propone di attribuire exnovo competenze nell’attività di sorveglianza attiva a professionisti competenti e preparati nell’ area assistenziale e/o sociale e non della prevenzione e promozione della salute, accreditando il corso con crediti formativi ECM e CNOAS, escludendo dallo stesso la partecipazione degli Assistenti Sanitari, professionisti che si formano e sono abilitati alla prevenzione.
E’ stato infatti attivato il corso FAD “Emergenza epidemiologica COVID-19: elementi per il Contact Tracing” la cui iscrizione è consentita ai soli Medici, Infermieri ed assistenti sociali, professionisti per i quali la vigente normativa non prevede, nel proprio campo di attività e di responsabilità, attività sanitaria di contact tracing.
Mi è gradita l’occasione di rilevare le competenze dell’Assistente sanitario contenute nel profilo professionale (DM 69/97) per lo svolgimento di attività rilevanti nell’impegno a contenere il contagio da Covid-19 :
– le inchieste epidemiologiche con presa in carico dei casi;
– la ricerca attiva e presa in carico dei contatti;
– la sorveglianza sanitaria attiva dei contatti e degli operatori sanitari;
– la sorveglianza attiva delle Comunità (ex. RSA, Case di Riposo, Strutture per Disabili) e delle strutture intermedie COVID-19;
– la gestione delle dimissioni protette dei pazienti “guariti” ma che non rientrano nella loro realtà familiare e ospitati in specifiche strutture;
– la formazione e informazione alla rete dei contatti (modalità di trasmissione, precauzioni e scelte consapevoli, modalità di segnalazione di segni e sintomi dell’infezione, analisi dei bisogni, ascolto attivo);
– l’esecuzione dei tamponi , dei test sierologici e delle tecniche di monitoraggio biologico applicato alle malattie infettive;
– l’attività di rete nello svolgimento del piano di emergenza (Direzione Medica, PS, MMG, PLS, laboratorio analisi, Sindaci);
– l’attività elettiva nella organizzazione ed effettuazione della vaccinazione routinaria che non deve essere sospesa o ridotta e nella organizzazione dei Centri di Vaccinazione (in previsione di un incremento dell’offerta vaccinale agli over 65 e in attesa del vaccino anti Covid-19);
…e ogni atto comunque riconducibile agli obiettivi della prevenzione, educazione sanitaria e promozione della salute.
Si ribadisce pertanto la necessità di non attribuire competenze, di ritirare l’attuale percorso formativo proposto (FAD – “Emergenza sanitaria COVID-19: elementi per il Contact tracing”) e di predisporne la riprogettazione.